Prevenzione primaria? "No, grazie … non ci credo"!
Published: Saturday, June 18th, 2016 - H.03:06PM
Author: Stefania Carlotto
Cari Amici,
titolo l’articolo di oggi con una frase che può sembrare una provocazione, ma che invece rispecchia la risposta che in molti (troppi !!!) mi danno quando parlo del mio lavoro:
informare sulla necessità di utilizzare quotidianamente ogni strumento utile a salvaguardare e rafforzare la nostra salute.
E’ un impegno che mi permette di scoprire quanto spesso siamo male informati e quanto si generalizzi su di un argomento che invece necessita di essere messo in evidenza, così come stanno facendo le maggiori organizzazioni europee e mondiali della sanità.
Dalla mia esperienza posso desumere che l’avere a cuore o meno questo argomento non c’entra assolutamente con l’istruzione di una persona e neppure con il tipo di lavoro o con l’ambiente sociale in cui vive ed opera,
mentre invece è determinante il grado di responsabilità che una persona ha verso se stessa e quanto una persona sia in armonia con il suo corpo
e, ancora, quanto percepisca se stessa come una “creatura”, facente parte perciò di un universo che comprende il nostro Pianeta e tutto ciò di cui è formato.
Per esprimere al meglio ciò che intendo dire, vi porto un esempio dell’esatto contrario e cioè di una persona che vede se stessa in un cammino le cui mete sono la carriera, il potere, il successo, l’aspetto esteriore sempre al top,
l’automobile sempre impeccabile, il telefonino di ultima generazione e, soprattutto, sempre e perennemente “senza tempo da dedicare a se stessa” perché troppo impegnata nel lavoro e in tutte le relazioni che questo comporta.
Non è importante, in questo contesto, dare valutazioni su come una persona decide di vivere la sua vita, ci mancherebbe altro!
ma è importante invece evidenziare come comportamenti deresponsabilizzanti nei confronti della propria salute diventino un problema sociale ed economico per tutti.
Di seguito vi riporto quanto ha influito nel 2006 l’obesità e lo sviluppo di malattie cardiovascolari, sia in termini di vite umane, sia in termini di costi:
“Ogni anno le malattie cardiovascolari uccidono più di 4,3 milioni di persone in Europa e sono causa del 48% di tutti i decessi (54% per le donne, 43% per gli uomini).
Le principali forme di malattie cardiovascolari sono le malattie cardiache coronariche e l’ictus.
Nei Paesi membri dell’Unione Europea i morti per malattie cardiovascolari sono ogni anno 2 milioni e rappresentano il 42% del totale dei decessi.
Le cifre sono impressionanti: complessivamente, le malattie cardiovascolari sono costate nel 2006 circa 192 miliardi di euro, dovuti per il 57% (circa 110 miliardi) ai costi sanitari,
per il 21% alla produttività persa e per il 22% alle cure informali (82 miliardi).
Le spese sanitarie dirette ammontano a 223 euro all’anno pro capite: sono le malattie che hanno i costi economici, oltre che umani, più elevati d’Europa.”
(Centro Nazionale di Epidemiologia, Sorveglianza e Promozione della Salute dell’Istituto Superiore della Sanità)
Possiamo fare qualcosa?
Certo: ognuno di noi può migliorare il proprio stile di vita.
Un esempio?
Sarebbe già un passo importante se tutti cercassero di superare “la prova costume” non per una questione estetica,
ma perché peso e circonferenza sono misure che ci indicano quanto “stiamo in salute”.