Salute e Benessere 2: la Piramide Alimentare
Published: Tuesday, May 10th, 2016 - H.04:59PM
Author: Stefania Carlotto
Ciao a tutti!
La riconoscete? E’ la Piramide Alimentare che rappresenta la Dieta Mediterranea.
Forse non tutti voi sapete che il 17 novembre 2010 la Dieta Mediterranea è stata iscritta nel prestigioso elenco del Patrimonio culturale Immateriale dell’UNESCO.
Ciò che voglio sottolineare in questo contesto, non è solo la correlazione tra la minor incidenza di patologie cardiovascolari, né farvi un resoconto degli studi sulla popolazione del Meridione d’Italia dai quali emergono i benefici che il nostro corpo trae da questo regime alimentare,
quanto piuttosto la garanzia, offerta da questa dieta, di un sano stile di vita.
Alla base, e quindi con importanza maggiore, oltre a bere tanta acqua, si collocano l’ attività fisica, la convivialità, la stagionalità e il consumo di prodotti locali (come ho accennato nella precedente “lista della spesa”).
Vi invito pertanto a ritornare per un momento al secondo dopoguerra (anni in cui si sono avviati studio e monitoraggi sulla popolazione) e considerare alcuni aspetti che si sono rivelati determinanti per il mantenimento della salute e del benessere:
la situazione economica, il lavoro agricolo, la mancanza della televisione.
Sono tre elementi che hanno scandito e condizionato la quotidianità e che, non a caso, ritroviamo alla base della nostra Piramide Alimentare.
Al tempo i contadini non avevano grandi disponibilità economiche e pertanto le “prelibatezze” come gli arrosti o i dolci, erano presenti sulle loro tavole solamente nelle grandi occasioni e nelle celebrazioni delle ricorrenze religiose.
L’attività fisica faceva parte integrante della loro vita: lavorare i campi, raccogliere le olive eccetera, consentivano di mantenere l’equilibrio tra l’introito calorico e il consumo metabolico; infine, non avendo la televisione,
il modo per rilassarsi, distrarsi, divertirsi, era lo “stare insieme”, quindi la convivialità.
Questo stato di benessere si riassume in una parola sola: felicità.
Viviamo, ahimè, in un mondo nel quale diamo più importanza a statistiche e studi, piuttosto che al nostro “sentire”, condito di buonsenso e pragmatismo (… è un caso che siano due caratteristiche dei “contadini” e dei “montanari” ?!?!?!).
Ed ecco che il Sustainable Development Solutions Network, organismo dell’Onu che riunisce esperti mondiali nei campi dell’economia, della psicologia, della salute e della sicurezza pubblica,
ha stilato una classifica dei paesi con la maggiore felicità percepita.
Ciò che è significativo è che la correlazione tra benessere e denaro non ne costituisce fattore determinante.
Al primo posto infatti concorre la SALUTE, al secondo le RELAZIONI di qualità e poi il denaro, la sicurezza eccetera.
Ed ecco le mie riflessioni:
- di fame non si muore,
mentre rischiamo di morire per il troppo cibo
soprattutto se di scarsa qualità! - la solitudine e l’assenza
di scambi sociali, minano nel profondo il nostro
benessere interiore e di conseguenza,
il nostro benessere fisico - la nostra natura trova
appagamento nel provare emozioni,
esprimere i propri bisogni,
avere contatti con gli altri
Conclusione: la felicità non è reale se non è condivisa!
Facciamo una prova?
Proviamo ad andare in palestra senza cuffiette, andiamo a correre guardando la natura che ci circonda piuttosto che guardare il cardiofrequenzimetro o l’app del telefonino che conta i passi e aggiorna sui chilometri
e regaliamoci parole di saluto, ossigeniamo il cuore con un sorriso!
Scambiamo quattro chiacchiere anche se siamo su un tapis roulant… potremmo scoprire che il nostro vicino è una persona simpatica e divertente!
A fine giornata, stiliamo la nostra classifica: potremmo avere la sorpresa di sentirci meglio!