Intervista al Dr. Martini: diabete gestazionale

Author: Stefania Carlotto

Figli sani di madri sane (Diabete pre-gestazionale e gestazionale):
intervista al Dr. Giovanni Martini

Published: Saturday, May 9th, 2020 - H.02:41PM
Author: Stefania Carlotto


Incontro con il DOTTOR GIOVANNI MARTINI,
Direttore di Ostetricia e Ginecologia di Valdagno –
Dipartimento Strutturale Area Chirurgica Arzignano Montecchio Maggiore.

Ormai sappiamo tutti che la correlazione tra sovrappeso/obesità e insorgenza del Diabete è molto stretta.
Nonostante ciò, la percezione della gravità di questa patologia è ancora estremamente lieve, anche tra le future mamme,
al punto da ritenere quasi “normale” l’insorgenza del Diabete durante la gravidanza.
Anche se recentemente ci siamo affrancati dal luogo comune per cui una donna in gravidanza deve “mangiare per due”,
i dati di cui disponiamo danno da pensare che ci sia, di fondo, un problema di educazione alimentare.

Forse siamo talmente abituati a considerare che il cibo italiano sia il migliore, che non possiamo concepire
che il problema del Diabete coinvolga così pesantemente il nostro Paese.

Ciascuno di noi è convinto di non avere nulla da imparare, nulla da rettificare, nulla da rivedere, confidando nel fatto
che abbiamo la maggiore diversità bio-alimentare del mondo e con orgoglio ci pregiamo di avere prodotti
di eccellenza nutrizionale ...
Ma allora come si spiega il fatto che i dati ci restituiscono una fotografia allarmante della situazione italiana?
Occorre una semplice ma indispensabile riflessione: non sappiamo più “mangiare bene”?
O meglio ancora: non sappiamo più “nutrirci correttamente”?
Ma soprattutto: perché non riusciamo più a dare una giusta educazione alimentare ai nostri figli?

Sono queste alcune delle domande a cui cerco di dare risposta nelle conferenze e negli incontri che organizzo,
ma dopo aver preso visione degli ultimi dati relativi alla situazione dei nostri bambini e ragazzi,
mi sono convinta che sia necessario focalizzare l’obiettivo:
fare il possibile per evitare che quello che oggi è un problema importante diventi un’emergenza domani.

Il rapporto UNICEF 2019 evidenzia che in Italia la percentuale di bambini in sovrappeso è del 36,8%
e che in trent’anni l’aumento è stato del 39,1%
.
Lo stesso rapporto ci dice che il sovrappeso materno, su scala mondiale, rappresenta il fattore di rischio più diffuso.
Questi dati trovano conferma nei dati raccolti dall’Osservatorio Arno, che registrano, tra le donne in gravidanza,
la percentuale del 7% che soffre di Diabete gestazionale e dello 0,88% di Diabete pre-gestazionale.

Sconcertata da quest’incidenza non certo trascurabile, ho pensato di confrontarmi con il Dr. Giovanni Martini
per capire da lui quanto questi dati siano rilevanti e se è giustificata l’attenzione che ad essi riservano
l’Organizzazione Mondiale della Sanità e la Società Italiana di Diabetologia e tanti altri Enti preposti
alla tutela della salute nostra e delle nuove generazioni.


SC

Dr. Martini, quanto si preoccupano le Sue gestanti della possibile insorgenza del Diabete Gravidico?

GM

Riscontro che non è il loro primo pensiero. Sono molto più preoccupate da eventuali problematiche che riguardano
le malformazioni e per questo sono maggiormente inclini ad eseguire gli esami genetici sul sangue.
Già dal primo incontro io informo le gestanti sull’importanza di una corretta alimentazione durante la gravidanza,
raccomando loro di limitare i dolci e di gestire consapevolmente le cosiddette “voglie”.
Dai risultati degli esami della glicemia si valuta meglio la situazione e la si completa con il quadro derivante
dall’anamnesi per valutare i fattori di rischio.
Se il valore della glicemia supera il 93 si prescrive la curva da carico già a 18 settimane.
Normalmente se non ci sono fattori di rischio e il valore della glicemia è inferiore a 93,
la curva da carico si prescrive a 24 settimane.

Ritengo che una buona alimentazione sia fondamentale per condurre una gravidanza serena e in fin dei conti
bastano pochi accorgimenti per mantenerla nella correttezza.
Ad esempio è sufficiente mangiare la verdura fresca prima del pasto per ottenere una buona modulazione della glicemia.
All’educazione alimentare io riservo parecchio tempo ed in prima visita metto al corrente la gestante non solo circa i rischi
della toxoplasmosi, ma anche dei rischi che si presentano con una glicemia elevata.
La percezione del “rischio” è molto alta riguardo alla toxoplasmosi perché le conseguenze dell’infezione
possono portare all’aborto, alla morte in utero o a malformazioni del feto, mentre sembrano più lievi le conseguenze
di una glicemia alta durante la gravidanza.
In realtà l’incidenza della toxoplasmosi si aggira, fortunatamente, tra lo 0,7 e lo 0,9%,
mentre invece l’incidenza del diabete gravidico si attesta al 7% e
i rischi del diabete gravidico non sono trascurabili.

Per me è quindi indispensabile che l’alimentazione sia corretta sin dall’inizio della gravidanza
e che la glicemia sia costantemente monitorata.

SC

Quali possono essere le complicanze e i rischi per il feto, se il Diabete è presente nel primo trimestre di gestazione?

GM

Se il Diabete è già presente al primo trimestre, significa che è pregravidico.
In questo caso le donne sono già ampiamente abituate a gestire la malattia.
Diverso se si scopre in occasione della gravidanza, perché significa cambiare e adeguarsi immediatamente ad un diverso stile di vita.
Il Diabete predispone all’aborto e a malformazioni fetali, mentre dopo la nascita ci potranno essere conseguenze sia per la mamma
che per il bambino.
Alla gestante in cui si riscontra il Diabete è subito prescritta una ecografia al primo trimestre.

Teniamo presente che oggigiorno l’esame ecografico è molto minuzioso e consente, già a 12-13 settimane,
di evidenziare eventuali malformazioni.
L’utilizzo della sonda endovaginale consente di vedere molto bene il feto ed avere perciò una fotografia più dettagliata
rispetto alle ecografie di “prima generazione” che consentivano di valutare pochi dati.
Per fare capire quanto la tecnologia si sia evoluta porto ad esempio il caso di un feto nel quale, a 12 settimane,
abbiamo scoperto un’ernia diaframmatica, con la possibilità di operare di conseguenza per risolvere il problema.
Si capisce quindi che eseguire le ecografie serve tantissimo ed è importante indicare e rispettare i periodi corretti, che sono:
la prima a 12-13 settimane di gestazione, la seconda a 20-21, la terza a 32 settimane.

SC

Quanto è più complesso il parto di una donna diabetica?
Quali complicazioni per il bambino possono verificarsi in questa fase?

GM

La donna diabetica ha un parto più complesso dato dalle dimensioni del feto.
La complicanza che si presenta più frequentemente è la distocia delle spalle:
un evento molto grave che in presenza del Diabete è più frequente perché i bambini sono affetti da macrosomia fetale,
quindi sono più grossi di torace e spalle.

SC

Nel Piano Nazionale per il Diabete anche il Diabete Gestazionale è tra gli obiettivi e le strategie generali,
ma nonostante questo nella scheda CeDAP (Certificato di Assistenza Al Parto) non è compresa la segnalazione
della presenza del Diabete, così come evidenziato nel rapporto dell’Osservatorio Arno.
Dottor Martini, pensa che sarebbe un ulteriore gravame inserire questo dato, o ritiene che invece potrebbe essere utile
per capire l’evoluzione della diffusione e la portata del Diabete in gravidanza?

GM

Mi sembra che mettere una crocetta in più sulla scheda non porterebbe a nessun dispendio, mentre ritengo che i dati
che ne emergerebbero sarebbero senz’altro utili.
Raccogliere dati al riguardo ci potrebbe ad esempio far capire meglio quale sia la reale situazione in Italia e consentirebbe
di affinare linee e strategie.

SC

Nel più recente rapporto disponibile della Regione Veneto, emerge che il 7,36% dei bimbi pesa alla nascita
tra i 4 e i 6 kg e questa percentuale è la più alta tra tutte le Regioni Italiane.
Come commenta questo dato?

GM

Il dato mi dà ragione del fatto che io insista sull’alimentazione e rende evidente quanto sia importante l’educazione
all’alimentazione
, che in gravidanza è assolutamente indispensabile.

Teniamo presente che stiamo parlando di una patologia che ha due fattori determinanti:
la genetica (quindi la predisposizione al Diabete) e l’alimentazione.
Sulla genetica più di tanto non si può agire, ma sull’alimentazione si può e si deve intervenire con forza.

SC

Dottor Martini, Le chiedo infine di dare il Suo parere su questa dichiarazione che ho tratto dal Rapporto UNICEF 2019:
Lo stato di salute e nutrizionale di una madre è il fattore principale che determina quello del proprio figlio (cfr. Capitolo 2).
Sia la malnutrizione che il sovrappeso materno influenzano lo sviluppo e il metabolismo dei bambini,
alimentando il circolo vizioso della malnutrizione intergenerazionale
”.

GM

Anche da questo emerge l’importanza dell’educazione alimentare per tutta la gravidanza.
Occorrerebbe dare maggiori indicazioni di prevenzione primaria, e in gravidanza occorre insistere costantemente
sull’importanza del peso sia della mamma sia del nascituro.
Il dialogo costante e la disponibilità a seguire le madri in questa fase importante e, almeno la prima volta, sconosciuta,
devono essere assicurati.

Mi stupisce invece che con l’introduzione dei nuovi LEA (Livelli Essenziali di Assistenza) del 2017,
l’ecografia del terzo trimestre non sia più gratuita.
Mettere a pagamento l’ecografia della 32 settimana, con i cali della natalità che registriamo in Italia, giustifica il risparmio?

Questa ecografia è importante per capire lo stato del bambino:
se per esempio il piccolo è aumentato di peso in modo eccessivo, l’ecografia serve per monitorare due mesi prima del parto
i bambini che hanno la tendenza alla macrosomia.
Inoltre l’esame fatto in questo periodo darebbe il tempo per intervenire ed eliminare o quanto meno, ridurre, il problema.

Inoltre, se venissero fatte le ecografie nello stesso periodo a tutte le donne, si riuscirebbe a capire meglio quali sono le tendenze
e si riuscirebbe ad intervenire in modo efficace sulla gestione del peso.


Ringrazio di cuore il Dottor Giovanni Martini, che ho il piacere di conoscere da quando arrivò a Valdagno
e che mi ha seguita per tanti anni, anche quando divenni mamma.

Non vogliatemene, cari Lettori, se approfitto dell’occasione di questa intervista per ringraziare personalmente il Dottor Martini,
ma anche la mia mamma Norma, ostetrica che si è dimostrata ancor più ferma e intransigente nei “consigli” (dettami?).
Il suo mantra, che ricordo fin da quando ero piccolissima, era appunto “Figli sani di madri sane”.

Grazie agli illuminati consigli di due professionisti come loro, ho portato avanti la mia gravidanza serenamente,
aumentando di peso di poco più di 7 chili e ritornando quindi in forma subito dopo il parto.
Condizione questa indispensabile per essere agile e scattante ad ogni poppata o cambio di pannolino!


Ricordiamoci infine che la gravidanza non è una malattia:
è una splendida esperienza da vivere appieno in attesa di prendere tra le braccia il nostro miracolo!

Stefania Carlotto